I led verdi della radiosveglia
segnavano le undici e trenta minuti. A quell’ora,seppure l’appartamento
si trovava al quindicesimo piano,i clacson di Manhattan si facevano
sentire tanto da svegliare chiunque. Era Domenica,l’unico giorno in cui i
normali lavoratori potevano godere di una lunga mattinata tra le
lenzuola. Price non era della categoria,poiché sul serrandone metallico
del Garage in cui lavorava,c’era scritto con una bomboletta rossa “7/7
12/24”.
Chiamò Leonard per
provare a giustificarsi dell’ennesima assenza al lavoro,ma neanche il
tempo di finire la frase che “Nobel” invitò Allan a recarsi in officina
per svuotare il suo armadietto. Se ci aveva messo poco a trovare
un’occupazione,ci mise ancor di meno a perderla. Non una gran cosa,con
dei mobili nuovi da pagare e un contratto d’affitto esoso da concludere. Inoltre rischiava di perdere il diritto a vivere negli USA.
Le
lenzuola erano oramai pronte ad essere sostituite con il ricambio
consegnato il venerdì dal lavasecco Chunkoy Ychang. Proprio questo pensiero
fece venire in mente ad AP che non poteva più permettersi questo
trattamento,diciamo,”di lusso”; dunque segnò tra le note del cellulare di
andare a Chinatown per annullare questo servizio, non avendo più molto da fare durante la sua giornata tipo.
Allan
non era il tipo maniaco della pulizia,semplicemente riusciva a
riconoscere quando c’era troppa merda per casa e passava anche una
giornata intera a pulire. Niente di più semplice. Dopo un limitato
pranzo nel Subway più vicino,Price dedicò qualche ora a mettere in
ordine le poche cose sparse per casa in modo che,una volta arrivati i
mobili,gli operai non incontrassero problemi nel loro lavoro.
Allan
riuscì ad arrivare al Garage prima della chiusura; salutando
velocemente i suoi colleghi mise praticamente nulla in un sacchetto e si
diresse verso l’uscita posteriore più vicina al parcheggio interno. Chiudendo la porta AP face caso a quattro grosse scatole bagnate con
una bolla di consegna oramai illeggibile appiccicata su una di queste.
Si avvicinò,facendo cura che nessuno nel garage guardasse, e con le
chiavi face un taglio sulla prima scatola per appurarsi del contenuto.
La luce penetrò velocemente nell’imballo per far vedere a Price un bel
cerchione cromato e uno spinner fiammeggiante,oltre a tutte le viti e i
bulloni del caso. Fece la stessa cosa con le altre tre scatole ed il
risultato sembrò ovvio: 4 cerchioni all’ultimo grido che appartenevano
probabilmente al distratto Leonard. La poca esperienza di Allan come
meccanico bastò a valutare quella merce per il valore di circa un
testone. Non male,per qualcosa che pareva abbandonato,ma che sicuramente non lo era.
Il
pensiero a tutti i neo-debiti da saldare,prese il sopravvento sulla
razionalità di Price che si recò verso l'auto per prendere il
camice dell’officina e indossarlo. In questo modo non avrebbe dato modo
di insospettirsi ai passanti che lo vedevano indaffarato nel caricare in macchina le quattro pesanti scatole.
Chiuse
tutte le porte che dal garage si affacciavano sul retro e si diede
velocemente da fare,caricando gli ultimi due cerchi sui sedili
posteriori della vettura,poiché lo spazio nel vano bagagli non era sufficiente.
Mise in moto e sgommando fece rotta verso casa.
Cinque
minuti di lavoro. Mille,potenziali, dollari. Contro le otto ore al giorno tra il
grasso e lo sporco dei motori,per sessanta sicurissimi pezzi da 1$. Forse in questo improvvisato mestiere di ladro Allan sarebbe stato più capace e svelto a ripagare
quanto dovuto ai vari creditori. Anche se da sempre sapeva di avere una
predisposizione al furto,non aveva mai pensato di farne la sua fonte
primaria di reddito e con tutta probabilità, neanche secondaria. Sporcarsi le
mani con questi piccoli crimini,non avrebbe portato a nulla di buono.
Infatti Price,prima di giungere a destinazione,si fermò presso una
cassetta e una volta inserito il quarto di dollaro prese una copia del
giornale contenente gli annunci. Cercare un nuovo,vero,lavoro era la
cosa da fare al più presto per non incorrere in guai molto seri.
Salendo
in ascensore il cellulare di Allan iniziò a vibrare,numero privato.
Subito quest’ultimo rispose e sentì una voce inizialmente sconosciuta.
Era Jethro,il ragazzo a cui aveva salvato la vita la sera prima e che
ora, gli chiedeva di potersi sdebitare in qualche modo.Si misero
d’accordo per incontrarsi all’ospedale,unico luogo in cui il ragazzo sarebbe dovuto
rimanere ancora cinque giorni sotto osservazione. Non poteva esistere
momento migliore per farsi ricambiare un grosso favore.
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